È di particolare interesse la sentenza del Tribunale di Palmi perché fornisce una messa a fuoco del regime probatorio operante nel caso in cui il debitore ceduto contesti al cessionario la sua titolarità attiva. Qualora il debitore ceduto eccepisca la carenza di legittimazione ad agire del cessionario spetta a quest’ultimo provare l’esistenza dello specifico contratto ceduto non essendo sufficiente una dichiarazione unilaterale di cessione e neppure la notificazione della cessione dei crediti in blocco con avviso in Gazzetta Ufficiale ex art. 58TUB. In tale direzione si è pronunciato il Tribunale di Palmi, con la sentenza n. 171 del 27 marzo 2025.
Con la sentenza n. 49 del 2025 il Giudice delle leggi ha dichiarato la non fondatezza delle questioni di legittimità costituzionale, in riferimento agli artt. 3 e 53 Cost., dell’art. 13 del d.l. n. 201 del 2011, come convertito, nella parte in cui non prevede l’esenzione dall’IMU per i beni immobili destinati alla vendita e non utilizzati ad altri fini, poiché è la possibilità di avvalersi delle facoltà proprie del diritto reale e non il loro effettivo esercizio a giustificare l’imposta sul patrimonio immobiliare.
Con la sentenza n. 12399/2025, la Corte di Cassazione, nell’ambito di un procedimento per il reato di fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale di cui all’art. 517-ter c.p., nell’accogliere l’impugnazione della parte civile, ha chiarito che il legislatore, tramite l’inserimento nell’art. 66 del Codice della proprietà industriale del comma 2-bis, ha positivizzato l’istituto del c.d. contributory infringement o contraffazione indiretta, al fine di colpire condotte in sé lecite (quali ad esempio la fornitura di prodotti o strumenti in sé non coperti da brevetto), che si colorano tuttavia di illiceità in forza della consapevolezza dell’autore delle medesime della loro destinazione al compimento di una fattispecie vietata, e cioè l’impiego di quanto fornito nell’ambito di un procedimento brevettato, o, comunque, dell’obiettiva ed univoca destinazione dei mezzi forniti all’attuazione del brevetto. La Suprema Corte ha inoltre precisato che il giudice dell’impugnazione penale, nel decidere sulla sola domanda risarcitoria, non è chiamato a verificare se siano integrati gli elementi costitutivi della condotta criminosa tipica contestata all’imputato come reato, ma piuttosto se quella condotta sia stata idonea a provocare un “danno ingiusto” exart. 2043 c.c.
E’ nulla la notifica del verbale di infrazione al codice della strada eseguita ai sensi dell'art. 139, comma 4, c.p.c. mediante consegna al portiere dello stabile ove risiede il destinatario se la relata risulti totalmente carente dell'indicazione della spedizione della raccomandata prescritta, con riferimento alla quale, non risulti prodotta la ricevuta di spedizione, la cui carenza non può essere superata con la mera produzione della lettera di avviso dell'avvenuta notifica, atteso che la stessa nulla prova in ordine alla sua spedizione. È quanto si legge nella sentenza del Tribunale di Roma del 12 marzo 2025, n. 3814.
La Corte di Appello di Bari con la sentenza 25 febbraio 2025, n. 259 ha confermato la responsabilità disciplinare di un dipendente di una banca che aveva effettuato delle transazioni in violazione di specifiche normative, pur avendo questi ottenuto previamente apposite autorizzazioni a tali operazioni da parte dei propri superiori.
Nel concordato semplificato, il trattamento dei crediti garantiti da Medio Credito Centrale S.p.A. (MCC) è disciplinato dalla c.d. Absolute Priority Rule quando il piano contempli un fondo rischi e una classe dedicata, attivabile solo in caso di pagamento da parte del garante e conseguente surroga. In assenza di escussione, il privilegio non è attuale né opponibile (Nel caso di specie, è stato ritenuto omologabile un concordato semplificato nel quale i creditori sono stati suddivisi in classi, proprio in considerazione della presenza di crediti con garanzia di MCC e dalla necessità di prevedere il corretto ordine di soddisfazione dei creditori in caso di realizzazione di un più elevato attivo interno). Così si esprime il Tribunale di Rimini con il decreto del 25 marzo 2025.
In tema di composizione negoziata di soluzione della crisi d’impresa, la società che ha fatto accesso alla composizione negoziata e che ha presentato istanza per l’applicazione delle misure protettive, può chiedere al giudice, con ricorso, di confermare le predette misure e altresì chiedere la concessione di misure cautelari atipiche, sussistendone i requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora. Così ha stabilito il Tribunale di Trapani con la sentenza dell’11 marzo 2025.
Con la sentenza n. 53 del 2025 la Corte Costituzionale ha dichiarato la non fondatezza delle questioni di legittimità costituzionale, in riferimento agli artt. 2 e 3 Cost., dell’art. 299, comma 1, c.c., nella parte in cui non consente, con la sentenza di adozione, di sostituire, anziché di aggiungere o di anteporre, il cognome dell’adottante a quello dell’adottato maggiore di età, se entrambi nel manifestare il consenso all’adozione si sono espressi a favore di tale effetto e i genitori biologici dell’adottato siano stati dichiarati decaduti dalla responsabilità genitoriale, poiché rientra nella tutela dell’identità personale il mantenimento del cognome originario dell’adottato, che per (almeno) diciotto anni ha rappresentato il suo segno distintivo.
Con la sentenza n. 12849 del 3 aprile 2025, la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione è tornata ad occuparsi della questione, già affrontata dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 6551/2021, del computo degli arredi nella superficie libera e calpestabile rilevante ai fini della valutazione del trattamento inumano e degradante di cui all’art. 35-terord. penit.; in particolar modo, la Cassazione si è espressa sulla scomputabilità del letto singolo dalla superficie della cella per detenuto.
Ancora entrate in crescita con un patrimonio netto oramai prossimo ai 2 miliardi di euro, ma attenzione al giusto equilibrio tra attivi e pensionati. Ecco come è andato il bilancio consuntivo del 2024 della Cassa Nazionale del Notariato, che ci viene esposto dal Pres. Pappa Monteforte.
La Corte di Cassazione civile, con l’ordinanza n. 8983 del 4 aprile 2025, ha confermato il licenziamento per giusta causa di un dirigente che, al fine di conseguire gli obiettivi affidati ed ottenere i relativi premi, ha volontariamente omesso di registrare gli infortuni sul lavoro intervenuti in azienda.
L’espansione dei sistemi di intelligenza artificiale basati su modelli linguistici di grandi dimensioni (Large Language Models – LLMs) rappresenta una delle principali sfide per il diritto alla protezione dei dati personali nell’era digitale. Questi modelli, grazie alla loro capacità di elaborare e generare linguaggio naturale in maniera sempre più sofisticata, sono entrati in maniera trasversale nei settori pubblici e privati, dall’assistenza virtuale alla sanità, dall’educazione alla giustizia predittiva. Tuttavia, la loro adozione comporta rischi rilevanti in termini di liceità, trasparenza, sicurezza e minimizzazione dei trattamenti. In questo contesto si colloca il documento “AI Privacy Risks & Mitigations – Large Language Models (LLMs)”, redatto nell’ambito del programma “Support Pool of Experts” (SPE) e pubblicato nel marzo 2025 come contributo tecnico di supporto all’attività dell’EDPB. Il testo offre un quadro metodologico per l’identificazione, la valutazione e la mitigazione dei rischi privacy derivanti dall’uso degli LLM, rivolgendosi in particolare a sviluppatori, utilizzatori, valutatori di conformità e decisori istituzionali.
La necessità di apprestare tutela all’affidamento inibisce alla stazione appaltante la possibilità di escludere dalla gara pubblica un’impresa che abbia compilato l’offerta in conformità al facsimile all’uopo dalla stessa predisposto; nessun addebito può essere contestato alla ditta partecipante per essere stata indotta in errore, all’atto della presentazione della domanda di partecipazione alla gara, da un negligente comportamento della stazione appaltante, che aveva predisposto la modulistica da allegare alla domanda. Lo stabilisce il Tar Campania, sez. I, con la sentenza n. 2616, del 28 marzo 2025.
Nel contratto d’opera professionale concluso tra il cliente e l’avvocato, non è nulla una clausola che preveda un compenso per l’intera attività difensiva, mirando la stessa a soddisfare l'interesse, meritevole di tutela e non contrastante con alcuna disposizione, a pattuire un corrispettivo fisso a fronte di prestazioni variabili nella loro consistenza. È quanto si legge nella sentenza della Cassazione civile del 14 aprile 2025, n. 9739.
La sentenza della Cassazione penale, Sez. V, 7 aprile 2025, n. 13308 afferma il principio di diritto secondo cui “le ricerche necessarie ai fini dell’emissione del decreto di irreperibilità devono essere eseguite cumulativamente, e non alternativamente, in tutti i luoghi indicati dall’art. 159 c.p.p., a pena di nullità assoluta, in quanto l’emissione del decreto costituisce extrema ratio, giacché equipara la conoscenza legale a quella sostanziale da parte dell’imputato del contenuto dell’atto, il che implica che siano stati esperiti tutti i necessari tentativi per la notifica”.
Il Massimario dei mesi marzo/aprile 2025 contiene argomenti e concetti che vengono trattati con particolare approfondimento e chiarezza. Mi riferisco al concetto di “comunanza di clientela” quanto alla concorrenza sleale, a quello della “preclusione” quanto ai marchi ed alla “predivulgazione” ed il “contributory infringement” quanto ai brevetti. Infine, pongo l’attenzione sulla decisione del Tribunale di Milano estremamente interessante che tratta con particolare approfondimento e dovizia di argomentazioni il tema della responsabilità degli ISP (Internet Service Provider) e del Tribunale di Firenze sull’AI (Intelligenza artificiale)
Questa modalità, inizialmente temporanea, sta assumendo i contorni di una prassi consolidata, portando benefici in termini di efficienza, accessibilità e riduzione dei costi
La Legge Costituzionale n. 1/2022 ha introdotto nella Costituzione il principio di tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni (art. 9), e ha vincolato l'iniziativa economica privata a non recare danno alla salute e all'ambiente (art. 41). La prima giurisprudenza ne ha preso atto ed esprime vincoli del tutto nuovi di cui tenere conto.
Con la sentenza n. 40 del 10 aprile 2025 la Corte costituzionale ha dichiarato la non fondatezza delle questioni di legittimità costituzionale, in riferimento agli artt. 3 e 31 Cost., dell’art. 1, comma 1, lett. a), n. 1), del D.L. n. 79/2021, come convertito, nella parte in cui, dopo avere riconosciuto l’assegno temporaneo per i figli minori, tra gli altri, ai cittadini di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale, ne esclude il godimento quanto ai cittadini di Paesi terzi, titolari di permesso di soggiorno per “richiesta asilo”, poiché l’assegno temporaneo per i figli minori è una provvidenza di tutela di soggetti fragili, ma non è destinato al soddisfacimento di bisogni essenziali della persona.