La Corte di Cassazione civile, Sez. lav., con la sentenza 29 agosto 2025, n. 24201, interviene nuovamente sulla disciplina del patto di prova, rafforzando un orientamento interpretativo che ne subordina la validità alla sua effettiva causa contrattuale. La pronuncia chiarisce che il recesso datoriale, esercitato in pendenza di un patto nullo per vizio genetico, non gode della libera recedibilità tipica dell'istituto, ma si converte de iure in un licenziamento illegittimo, attivando il corrispondente regime sanzionatorio.
La Corte di cassazione, Sez. IV penale, con sentenza n. 30039 depositata il 1° settembre 2025, ha annullato con rinvio la decisione della Corte di appello di Caltanissetta che aveva confermato la condanna di primo grado di alcune società per illecito amministrativo ex artt. 5, lett. a), e 25-septies D.lgs. 231/2001. La pronuncia segna un passaggio significativo nel sistema della responsabilità da reato degli enti, riaffermando che l’autonoma responsabilità dell’ente si fonda sulla colpa di organizzazione e non sulla mera colpa della persona fisica autrice del reato presupposto. In tale prospettiva, la Suprema Corte ha riconosciuto un ruolo centrale al meccanismo presuntivo di conformità dei modelli organizzativi certificati secondo standard accreditati, imponendo ai giudici di merito una valutazione concreta e non meramente formale della loro idoneità preventiva. La decisione si pone, dunque, come una possibile svolta sistematica nell’interpretazione dell’adeguatezza dei modelli organizzativi, con significative ricadute applicative sul perimetro della responsabilità degli enti.
In G.U. il D.L. 127/2025 con misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato e l’avvio dell’anno scolastico. Ok dal CdM al D.Lgs. sull’energia rinnovabile e al ddl delega per la riforma dei commercialisti. Via libera definitivo al ddl sulle zone montane. In Aula, primo placet del Senato alla conversione del D.L. 110/2025 su Agenas e Bambino Gesù. In Commissione, procede l’esame degli emendamenti al ddl sulla morte volontaria assistita.
Il tanto discusso D.L. 11 aprile 2025, n. 48 (c.d. decreto Sicurezza), convertito in L. 9 giugno 2025, n. 80, ha toccato anche il sistema dell’ordinamento penitenziario con modifiche che – come nel caso dell’abrogato differimento obbligatorio dell’esecuzioni per le condannate incinte e per le madri di infanti fino ad un anno – anziché risolvere il problema carcerario, vanno in direzione opposta, lasciando irrisolte annose questioni di diritto transitorio e sospetti di incostituzionalità.
Il tema dei controlli del datore di lavoro sul comportamento dei suoi dipendenti, in ambito non solo lavorativo, è un argomento da sempre molto delicato e dibattuto che, negli ultimi anni, anche a causa della pervasività ed invasività dei moderni strumenti informatici e di riproduzione audiovisiva (telecamere, registratori, software informatici, smartphone, pc, tablet, GPS, Telepass, ecc.), è stato oggetto di numerose pronunce della giurisprudenza che sono intervenute per stabilire sino a che punto può ritenersi legittima l’attività di controllo datoriale, tenuto conto del legittimo diritto alla privacy da parte del lavoratore.
La società che interviene in giudizio, assumendo di essere divenuta titolare del credito a seguito di scissione parziale, è tenuta a dimostrare la propria legittimazione, producendo l’atto di scissione da cui sia possibile individuare l’asset attivo che le è stato assegnato, non essendo a tali fini sufficiente la produzione della pubblicazione dell’avviso della cessione nella Gazzetta Ufficiale. In questo modo si è espresso il Tribunale di Salerno con la sentenza 3 giugno 2025.
Il D.M. 37/2018, avendo modificato l’art. 12 D.M. 55/2012, ha escluso la possibilità di derogare ai minimi tariffari, precisando che la riduzione, rispetto al valore medio di liquidazione non può essere superiore alla misura del 50% (per la sola fase istruttoria fino al 70%), mentre l'aumento può essere anche superiore alla percentuale fissata di regola nell'80%. La novità della rivista formulazione della disposizione consiste nell’aver eliminato, quanto al potere di riduzione del giudice, l’espressione «di regola» che aveva, invece, giustificato l’interpretazione precedente volta a consentire, sia pure con motivazione, la liquidazione anche al di sotto dei minimi tariffari. Ne consegue l’illegittimità del decreto di liquidazione dei compensi per l’attività prestata dall’avvocato in regime di patrocinio a spese dello Stato, che ometta di riconoscere il compenso per l’attività introduttiva. È quanto si legge nell’ordinanza della Cassazione civile 5 settembre 2025, n. 24600.
Le Sezioni Unite penali della Corte di cassazione con la sentenza 5 settembre 2025, n. 30355 hanno dato risposta al seguente quesito: «Se, in caso di confisca di prevenzione avente ad oggetto beni ritenuti fittiziamente intestati a un terzo, quest'ultimo possa rivendicare esclusivamente l'effettiva titolarità e la proprietà dei beni confiscati ovvero sia legittimato a contestare anche i presupposti per l'applicazione della misura, quali la condizione di pericolosità, la sproporzione fra il valore del bene confiscato e il reddito dichiarato, nonché la provenienza del bene stesso».
Le nuove tecnologie costituiscono una risorsa fondamentale per l’innovazione, la trasparenza e l’efficienza dei processi pubblici ed economici. Allo stesso tempo, esse rappresentano un terreno fertile per fenomeni corruttivi e infiltrazioni mafiose, che sfruttano strumenti digitali avanzati per riciclare capitali illeciti. Blockchain, criptovalute e dark web offrono opportunità ma anche rischi rilevanti in termini di sicurezza e legalità. Le organizzazioni criminali dimostrano capacità di adattamento e impiego strategico di tali strumenti allo scopo di rafforzare il controllo sui mercati e sugli appalti.
Sicuro interesse riveste la sentenza n. 11544 del 1° agosto 2025 del Tribunale di Roma che ha risolto una controversia fra cliente e banca avente ad oggetto un contratto derivato denominato Plain Vanilla. Poiché il derivato Plain Vanilla presenta caratteristiche prestabilite ed è privo di opzioni in fase esecutiva, non costituisce causa di nullità l’omessa indicazione al cliente degli scenari probabilistici e del modello di pricing, ove gli sia stato comunicato il Mark to Market al momento della conferma del contratto. Tale è il decisum del Tribunale di Roma.
La Cassazione civile, sez. I, ordinanza interlocutoria 23 agosto 2025, n. 23797 ha disposto l’integrazione del contraddittorio nei confronti di una minore e dell’altro genitore all’interno di un giudizio afferente l’adottabilità, ribadendo che il minore e i genitori vanno qualificate quali “parti necessarie” del procedimento di adottabilità ed hanno una legittimazione autonoma, che li rende litisconsortili necessari in ogni grado di giudizio.
In merito all’inadempimento contestato all’amministratore di società di capitali consistente nell’indebito prelievo di somme di danaro dalle casse sociali, la natura contrattuale della responsabilità di costui consente alla società che agisce per il risarcimento del danno (o al curatore in caso di suo sopravvenuto fallimento) di limitarsi ad allegare l’inadempimento dell’organo gestorio, restando a carico dell’amministratore convenuto di dimostrare l’utilizzazione delle somme nell’esercizio dell’attività d’impresa. In questo modo si è espresso il Tribunale di Firenze con la sentenza 10 giugno 2025, n. 1999.
Il presente contributo si propone di svolgere alcune brevi considerazioni e riflessioni a margine dell’ordinanza della Cassazione penale, Sez. I, 1° settembre 2025, n. 30071 con la quale è stata dichiarata rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale in relazione all'art. 87-bis, commi 7, lett. c) e 8 D.Lgs. n. 150/2022, in riferimento ai parametri costituzionali di cui agli artt. 3 e 24 della Costituzione, nella parte in cui tale disposizione sancisce l'inammissibilità dell'impugnazione trasmessa ad indirizzo di posta elettronica certificata diverso da quello prescritto (costituito dall'indirizzo assegnato all'ufficio che ha emesso il provvedimento impugnato) pur quando essa pervenga egualmente al giudice a quo entro il termine perentorio di proposizione previsto ex lege.
I criteri ambientali minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo tutto il ciclo di vita dell’intervento pubblico. La regolazione dei CAM va rinvenuta nella lex specialis dato che essi sono, di volta in volta, elementi essenziali dell'offerta o elementi per l’attribuzione di un punteggio premiale. Nel redigere la lex specialis devono essere chiaramente indicati i criteri ambientali minimi e gli standard di qualità attesi. Nel caso vengano formulate censure volte a contestare in radice le regole della gara, relative all’inserimento dei CAM nella lex specialis di gara, che configurino un’ipotesi di genericità tale da impedire la formulazione di un’offerta meditata e consapevole, si ricade in un’ipotesi di bando contenente gravi carenze nell’indicazione di dati essenziali per la formulazione dell’offerta; le suddette censure devono, quindi, essere rivolte tempestivamente avverso la lex specialis con la sua immediata impugnativa, che non può essere posticipata all’esito dell’aggiudicazione ad altro concorrente. Lo stabilisce il Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 25 luglio 2025, n. 6651.
Ai fini della sussistenza del delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale non ha rilevanza alcuna né la circostanza che le condotte distrattive possano non avere effettivamente creato un vulnus all’area di garanzia dei creditori, attesa la ricordata natura di reato di pericolo della fattispecie in esame, né che tali condotte abbiano da sole determinato la situazione di dissesto, che ben potrebbe essere stata determinata dall’azione concorrente di una pluralità di fattori, cui le condotte distrattive abbiano, comunque, concorso. Questo è quanto espresso dalla Cassazione penale con la sentenza n. 24308/2025.
In una indagine relativa ad un’associazione di stampo mafioso erano state autorizzate nel 2019 una pluralità di intercettazioni, ma una delle microspie cessò di funzionare ed allora il PM, dispose nel 2020, sulla base dell’originaria autorizzazione dell’anno precedente, una nuova captazione nei confronti di quell’indagato (non è chiaro dalla sentenza se riattivando da remoto la stessa microspia o collocandone nel suo appartamento una diversa), in assenza di provvedimento di autorizzazione all’intrusione nell’abitazione: la Corte di cassazione penale, Sez. VI, con la sentenza 26 agosto 2025, n. 29735 ha affermato l’utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni, sostenendo che il provvedimento di autorizzazione riguarda l’intrusione e le captazioni e non anche le operazioni materiali di collocazione delle microspie.
In G.U. il D.L. 117/2025 sulla giustizia e il D.L. 116/2025 sulla Terra dei fuochi. Approvati dal CdM il ddl costituzionale su Roma Capitale e, proprio ieri, il D.L. flussi migratori e quello sulla riforma dell’esame di maturità. Via libera anche a tre deleghe sugli ordinamenti professionali, tra cui spicca quello sull’ordinamento forense. Primo ok al rendiconto 2024 e assestamento 2025 che ora è all’esame della Camera. In Commissione, si è concluso l’esame del ddl sull’intelligenza artificiale, che a breve diventerà legge.
L’istituto del whistleblowing, di recente valorizzato dal Legislatore, prima europeo e poi nazionale, vive di una disciplina caratterizzata da meccanismi e peculiarità proprie e tali da renderlo un unicum nel panorama normativo. Per potersi applicare in tutte le sue forme, ivi comprese le tutele pensate a favore del whistleblower (il segnalante), devono ricorrere taluni elementi essenziali, la cui presenza è imprescindibile. Nella recente sentenza del Tribunale di Milano 6 giugno 2025, n. 1680, vi sarebbe stato un evidente errore interpretativo del giudicante con l’effetto di far vivere - impropriamente - le tutele pensate per il whistleblower.
Il D.Lgs. n. 123/2025, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 12 agosto 2025, procede a un completo riordino della normativa relativa all’imposta di registro e ad altri tributi indiretti diversi dall’Iva, quali le imposte ipotecarie e catastali, l’imposta sulle successioni e donazioni, l’imposta di bollo, l’imposta di bollo sui valori regolarizzati e sulle attività finanziarie - c.d. “IVAFE” - applicata sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero. L’obiettivo principale della riforma è semplificare e sistematizzare, rendendola più coerente, la normativa in materia. A tal fine, le disposizioni vengono organizzate per aree tematiche omogenee, le regole già esistenti vengono armonizzate tra di loro, incluse quelle derivanti dall’adeguamento al diritto europeo, e vengono abrogate in modo esplicito le norme ormai superate o comunque in contrasto con il nuovo quadro normativo.
La Cassazione penale, Sez. IV, con la sentenza 25 agosto 2025, n. 29649 analizza il nuovo istituto dell’interrogatorio di garanzia anticipato introdotto con la L. n. 114/2024. La Corte Suprema prende in considerazione il rapporto dell’interrogatorio preventivo, secondo il novellato schema, con quello successivo di cui all’art. 294 c.p.p. ponendo particolare attenzione ai profili di inefficacia della misura nel caso l’incombente processuale non venga espletato.
L’avvento dei deepfake, specie nelle forme di rappresentazioni intime non consensuali, ha evidenziato un vuoto normativo nella tutela dell’identità digitale. Il Defiance Act, presentato al Congresso USA nel 2024, rappresenta il primo tentativo di regolamentare la responsabilità civile per la creazione e diffusione di falsi digitali intimi, cercando un equilibrio tra libertà d’espressione e diritti fondamentali, in un contesto in cui la manipolazione algoritmica ridefinisce verità e identità.